UNA BARCA IN GIARDINO
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Francia, fine anni ’40. L’undicenne François vive in un villaggio sulle rive della Marna con la madre Geneviève e il padre adottivo Pierre. Un giorno scopre che Pierre, al quale è molto affezionato, nonostante sia un uomo serissimo e rigido, ha cominciato a costruire in giardino la replica della Spray, la leggendaria barca a vela sulla quale nel 1895 il marinaio Joshua Slocum completò per primo il giro del mondo in solitaria. Per François è la scoperta di un mondo e, attraverso le avventure del vero Slocum, dell’inizio di un nuovo rapporto con il padre (soprannominato scherzosamente Slocum…) che coincide con il passaggio all’adolescenza e dunque con l’addio a un pezzo della sua vita.
Classe 1939, il regista d’animazione francese Jean-François Laguionie realizza un lavoro autobiografico in cui il racconto di formazione lascia il posto al resoconto di una fantasia lontana.
Per chi ricorda il bellissimo Le stagioni di Louise (uscito nel 2016 e nella versione italiana doppiato da Piera Degli Esposti) riconoscerà in Una barca in giardino la cifra pittorica del regista francese. Nelle sue tavole animate, il tratto leggero a mano si combina con un uso calibrato della computer grafica, andando a muovere dolcemente ciò che già di per sé è reso cangiante dai colori tenui e dalle linee spesso sfrangiate e incompiute.
Attraverso il filtro del ricordo, espresso dalla voce narrante del protagonista che ricorda la sua infanzia, Laguionie riporta nella Francia del dopoguerra, in un paese ancora impegnato a rimettere insieme i propri pezzi (splendida l’iniziale corsa in bici di François, che mostra i lavori di ricostruzione lungo le rive della Marna e le code delle persone con la tessera annonaria), ma che già sogna il benessere del boom economico sfogliando riviste con immagini di tostapane o frigoriferi.
La barca che il papà di François costruisce in giardino rappresenta quello stesso sogno umanissimo e piccoloborghese, ma lo trasporta significativamente su un piano ideale, fantasioso, quasi folle. Per questo, nel segno di un progetto che in apparenza non appartiene a un uomo misurato come Pierre, François si innamora di Slocum e di rimando del padre, l’uno eroe senza macchia del mare e l’altro eroe più fallibile, ma non per questo meno amato, della terraferma.