AMUSIA

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AMUSIA
AMUSIA
Regia: Marescotti Ruspoli
Cast: Fanny Ardant, Maurizio Lombardi, Adriano Chiaramida, Carlotta Gamba, Giampiero De Concilio
Genere: Drammatico
Durata: 91 min. - colore
Produzione: Italia (2022)
Distribuzione: 102 Distribution
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Livia è una giovane donna che soffre da sempre di un disturbo neurologico diagnosticato solo di recente: l’amusia. Si tratta di una patologia che fa sì che chi ne soffre recepisca ogni brano musicale come una serie di suoni distorti. Livia una notte si presenta da sola ad un motel chiedendo una stanza a Lucio, il giovane addetto al desk.

Non ci appassioniamo alla vicenda dei due protagonisti e peraltro non è ciò che il regista vuole. La sua è una messa in scena di due solitudini che progressivamente si avvicinano entrambe però dotate di una spessa corazza atta a proteggerle dai sentimenti.

Lei ha un genitore che compone musica da film che nella sua disabilità legge una punizione di cui addossa la colpa alla consorte (una dolente ma non remissiva Fanny Ardant). Lui vive la perdita dei genitori come uno spazio vuoto da riempire di dischi e di sogni tutti da (forse) realizzare. Ciò che però più sembra interessare a Marescotti Ruspoli è la collocazione della loro storia minimal. Il suo è un film in cui non c’è una location che non sia studiata ed inquadrata senza una ragione. Ogni edificio, ogni locale, ogni luce danno il loro contributo nel creare un’atmosfera per cui l’aggettivazione ‘metafisica’ risulta appropriata e non di maniera.

Questo è un film in cui l’estetica (fatte salve le ottime interpretazioni dei due protagonisti e di Ardant e Lombardi) si fa tutt’uno con la narrazione fino a sovrastarla. Questo non è un difetto anzi. Amusia è un film che tutti gli aspiranti direttori della fotografia (qui c’è Bigazzi) e scenografi dovrebbero vedere. Ne trarrebbero utili insegnamenti.