Nessuna pietà per l’arbitro

evento concluso

Con
Filippo Bedeschi, Luca Mammoli, Federica Ombrato, Alessandro Vezzani
Regia Marco Maccieri e Angela Ruozzi
Scene Antonio Panzuto
Disegno luci Silvia Clai
Costumi Rosa Mariotti
Con la consulenza scientifica del prof. Marco Giampieretti
Produzione Centro Teatrale MaMiMò

Una famiglia che vive per il basket. Una società post-ideologica, in cui sembra non riusciamo più a
scegliere in base a principi di valore. Eppure scelte ne compiamo e continuamente. Ma in funzione
di cosa? Giuseppe: storico, ricercatore universitario, mille euro al mese. Sta preparando un discorso
per la celebrazione del 2 giugno, anniversario della Repubblica italiana, ma difficilmente riuscirà a
scriverlo. Moglie: in dolce attesa, sarà licenziata non appena il suo datore di lavoro se ne accorgerà.
Incoraggia il marito a scrivere il discorso convinta che sia un modo per avere successo e far
quadrare i bilanci familiari. Figlio: disoccupato, a rischio neet, gioca a basket e ha dei seri problemi
di gestione della propria collera. Arbitro: come hobby dirige partite di basket, di mestiere fa
colloqui di lavoro. Una partita rissosa, un fallo non fischiato e un braccio rotto. Attorno alla figura
dell’arbitro la triade dei protagonisti si allea, si accalora, collabora, si accanisce trasformando le
situazioni conflittuali in conflitti di natura etica ed esistenziale. La questione “Arbitro” diventa
strumento per sviluppare sulla scena, attraverso il meccanismo dello straniamento e il dialogo
diretto con il pubblico, temi civili quali individualismo/bene comune, potere/anarchia, legge/libertà,
idealismo/utilitarismo. E diventa occasione per Giuseppe per vedere “da fuori” la società in cui vive
nel tentativo di cogliere una prospettiva storica all’interno del suo tempo, per riuscire a narrarlo. “E
poi siamo sicuri che il nostro mondo sia davvero post-ideologico? Forse fra duecento anni i posteri
guarderanno al passato e diranno che noi un’ideologia l’avevamo. Vedranno la legge che governava
il nostro mondo, vedranno lo spirito della nostra epoca. E come lo chiameranno?” Tutto questo,
passando da De Gasperi a Michael Jordan, da Togliatti a LeBron James…tra principi fondamentali e
qualche tiro a canestro…

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